• Apr 21, 2020
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LA STORIA DELLA PASTA, PUNTATA 3

Viva… la pasta al pomodoro

Amanti della pasta al pomodoro, dovete sapere che questo piatto non si è da subito sposato con il rosso e succoso ortaggio.
Inizialmente la pasta era condita solo con formaggio, a volte con carne e altre con spezie. L’abbinata con il pomodoro pare avere origine da una ricetta di vermicelli con le pummadora riportata - nero su bianco - nell’appendice alla “Cucina casareccia in dialetto napoletano” (1839) della seconda edizione della celebre “Cucina teorico-pratica” del cuoco e letterato Ippolito Cavalcanti, duca di Buonvicino.

Campania, terra di pasta

Fondamentali, nell’ampia produzione di pasta da accompagnare condita con pomodoro, i pastifici artigianali campani di Gragnano e Torre Annunziata, luoghi “sacri” di lavorazione del grano sin dai tempi dei Romani. Tali pastifici ereditarono l’arte della pasta dalla Sicilia e da Federico II che, nel Duecento, la portò dall’isola mediterranea all’entroterra. Ancora oggi Gragnano rimane un punto di riferimento internazionale per la produzione della pasta.

… e il primo piatto è servito

Solo con l’Unità d’Italia del 1861 la pasta diventa il simbolo del Bel Paese, andando oltre i confini di Napoli. Il “sommo” Pellegrino Artusi, scrittore, gastronomo e critico letterario italiano, autore del noto libro di ricette “La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene” ha trasformato un piatto di pasta nel “primo piatto” per eccellenza, creando quella che è ora una tradizione. Ha fatto salire la pasta sul podio rendendola autonoma e simbolo dell’Italia. Non più un semplice contorno, quindi, ma in pole position nei menu.

Pellegrino Artusi

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