Pasta con sugo alla zucca: scopr...
Quando l'autunno arriva, la zucca diventa protagonista della cucina grazie al...
Leggi di piùAmanti della pasta al pomodoro, dovete sapere che questo piatto non si è da subito sposato con il rosso e succoso ortaggio.
Inizialmente la pasta era condita solo con formaggio, a volte con carne e altre con spezie. L’abbinata con il pomodoro pare avere origine da una ricetta di vermicelli con le pummadora riportata - nero su bianco - nell’appendice alla “Cucina casareccia in dialetto napoletano” (1839) della seconda edizione della celebre “Cucina teorico-pratica” del cuoco e letterato Ippolito Cavalcanti, duca di Buonvicino.
Fondamentali, nell’ampia produzione di pasta da accompagnare condita con pomodoro, i pastifici artigianali campani di Gragnano e Torre Annunziata, luoghi “sacri” di lavorazione del grano sin dai tempi dei Romani. Tali pastifici ereditarono l’arte della pasta dalla Sicilia e da Federico II che, nel Duecento, la portò dall’isola mediterranea all’entroterra. Ancora oggi Gragnano rimane un punto di riferimento internazionale per la produzione della pasta.
Solo con l’Unità d’Italia del 1861 la pasta diventa il simbolo del Bel Paese, andando oltre i confini di Napoli. Il “sommo” Pellegrino Artusi, scrittore, gastronomo e critico letterario italiano, autore del noto libro di ricette “La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene” ha trasformato un piatto di pasta nel “primo piatto” per eccellenza, creando quella che è ora una tradizione. Ha fatto salire la pasta sul podio rendendola autonoma e simbolo dell’Italia. Non più un semplice contorno, quindi, ma in pole position nei menu.
Pellegrino Artusi